Con la liturgia dell’imposizione delle ceneri, ha inizio il tempo della quaresima, preparazione spirituale alla grande festa di Pasqua. Nella mentalità comune, la Quaresima è di norma vista con un senso di tristezza e di penitenza. Anche il colore della liturgia, il viola, è il segno di un clima di sobrietà nel cibo, nei divertimenti, nelle scelte. In passato era proibito ogni segno esteriore che denotasse allegria, divertimento. Nel caso della celebrazione dei sacramenti si insisteva ad evitare ogni gesto che significasse sfarzo o grande esteriorità di iniziative.
La Quaresima doveva essere vissuta senza alcun segno di allegria. Tutto questo aveva certamente uno scopo ed un chiaro significato: improntare la Quaresima ad uno stile di autentica penitenza nel corpo e nello spirito. Ho nella mente come, ormai in tempi assai lontani, nei giorni che precedevano la quaresima si tenevano ore di adorazione, di preghiera per riparare i tanti peccati commessi nel periodo di carnevale. E’ pur vero che alcuni valori del passato, in forme nuove, dovrebbero essere, oggi, recuperati: il senso della sobrietà, della riservatezza, dell’umiltà, della moderazione sono valori che andrebbero bene anche ai nostri giorni.
In questo contesto, però, va ripreso un grande valore che la Chiesa lungo i secoli, ha sempre vissuto, ma che è stato purtroppo oscurato da una certa mentalità. Per il cristiano anche la stessa penitenza, il digiuno, il magro del venerdì sono veri cammini di profonda gioia. Come non gioire nel vivere i il mistero della Pasqua? La nostra fede ha come prospettiva la Risurrezione e la vita. La sconfitta della morte è motivo di gioia.
Che la morte sia stata sconfitta per sempre, è una verità che i cristiani credono, perché legata alla risurrezione di Cristo che ha detto:” Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi, tu. Questo?"(Gv.11,25-26). Chi crede alle sue parole e mette in pratica i suoi insegnamenti, tuffandosi in una nuova esperienza di vita basata sull’amore incondizionato a Dio e ai fratelli, sperimenta la verità di quella notizia, passando effettivamente da una vita “morta”, anche con una salute di ferro, ad una vita “nuova”, ossia carica di senso, nonostante le croci e le contrarietà della vita.
Tutto ciò che la Chiesa, nella sua pedagogia, consiglia o prescrive è sempre in vista della gioia e della vita. Proprio in questo tempo tutta la liturgia è un inno alla vita, al senso della gioia. Inoltre è sempre la Chiesa che si preoccupa di disporre il cristiano alla meditazione e all’accoglienza dei grandi misteri della fede: Cristo morto e risorto.
La Pasqua è la vera e profonda radice della vita e della gioia. Il mistero della Pasqua non è un fatto di ieri, di un tempo passato, ma è un avvenimento di tutti i tempi e di ogni uomo. Cristo è nostro contemporaneo, cammina con noi, è dentro i nostri problemi.
Lo spirito liturgico della Quaresima vissuto nell’ascolto della Parola , nei gesti di penitenza, nello stile della vera carità ci porti a rivestire questo periodo con l’atteggiamento della vera gioia, dell’autentica serenità e della pace a livello personale, famigliare e anche sociale. Buon cammino!