Messaggio di mons. Coletti per l'avvento 2015
Quante cose si possono dire con un presepe!
Dite con un presepe che fate posto a Gesù nelle vostre case: una grotta, Maria, Giuseppe, i pastori, gli angeli e il bambino Gesù. Egli viene per noi. Noi lo accogliamo e lui ci insegna ad accoglierci gli uni gli altri. Così ci ammonisce la parola di Dio nella lettera di san Paolo ai Romani: “ Accoglietevi a vicenda, come anche Cristo accolse noi a gloria di Dio” (Rm 15,7)
Quando un bambino nella sua crescita impara che Natale è un presepe, si predispone a passare dalla fiaba del Natale alla storia vera del Natale, e dalla storia di ieri alla storia di oggi. Gesù viene oggi nella nostra vita. Quest’accoglienza è il nostro dono più bello!
Dite con un presepe chi è Gesù: il Figlio di Dio, il Verbo incarnato, il Volto della misericordia del Padre. Parlate dell’Incarnazione di Dio: Gesù cambia e salva il mondo. La festa cristiana ha qui il suo grande mistero d’amore: l’Incarnazione rivela i desideri di Dio, il coraggio di Dio, la vicinanza di Dio, il “perdersi” di Dio per trovare l’uomo, la passione di Dio che nella Croce diventerà “passione” visibile per tutti. Questa è la nostra fede!
Dite con un presepe che ogni lavoro umano è importante perché costruisce vita e relazione. Sono belle le statue dei vari lavoratori e artigiani nei presepi tradizionali. Sarebbero da aggiornare all’oggi, ma il loro messaggio è chiaro: Dio viene dentro il lavoro dell’uomo per rivelarne il senso più profondo, fonte di sussistenza e di realizzazione, spazio di dignità e di sacrificio. Lavorare con buona volontà e soddisfazione, avere lavoro per tutti, con il giusto compenso. Questo è il nostro impegno sociale!
Dite con un presepe che l’uomo non ha bisogno di luci che abbagliano, ma di una piccola luce che illumina il cammino e rischiara la casa. Vi prego: non luci a intermittenza ma stabili! Il bene non sopporta interruzioni del tipo: “ci sono, non ci sono”, “ci sto, non ci sto più”, “eccomi” e poi “sparisco”. San Giovanni nel prologo del suo Vangelo ci ricorda: “Era la luce vera, che illumina ogni uomo, quella che veniva nel mondo” (Gv 1,9). È luce che non si spegne, esattamente come un desiderio di amore e di pace. Questa luce è il Suo amore per noi, fonte del nostro amore!
Dite con un presepe che abbiamo bisogno di silenzio e di contemplazione, di fermarci per mettere in moto qualcosa di nuovo e d’importante. Abbiamo bisogno di tacere per fare posto a parole vere, alla Parola di salvezza del Signore. Abbiamo bisogno di silenzio per gustare la gioia della vita, per riconoscere con stupore i volti che ci circondano, per trasformare le emozioni in virtù, in scelte coerenti con un cuore che ama. Il presepe ci richiama al silenzio. Una volta appreso, lo ritroveremo, desiderato, entrando in chiesa, e forse impareremo a trattenere le chiacchiere inutili che rendono difficile la preghiera. Questo è il nostro stile!
Dite con un presepe che siamo Chiesa in cammino, come i pastori di Betlemme, popolo di Dio che va nella direzione di Cristo Salvatore, uomini e donne, piccoli e grandi insieme, Chiesa della strada e delle case, dei luoghi dove ci si incontra, dove si lotta, Chiesa della gioia e del dolore condivisi, Chiesa che cammina nel tempo, verso l’eternità! Questa è la nostra speranza!
Dite con un presepe il mistero dell’Emanuele, del “Dio con noi”, e poi vivetelo nella Parola, nell’Eucaristia e nella Missione! Il Giubileo straordinario della misericordia trovi nel presepe un segno che lo richiami, e nel vostro cuore il desiderio di viverlo. Gli angeli cantano: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Noi rispondiamo: “Eterna è la Sua misericordia”.
Buon Avvento, che prepari un Santo Natale!
Incontri di catechesi adulti con d. Marco Cairoli
Giovedì 3, giovedì 10 e giovedì 17 dicembre d.Marco Cairoli ci accompagna in un cammino d'avvento alla scoperta dell'evangelista Luca, dei "colori" con cui ha dipinto per noi la vita di Gesù, delle "parole" che ci ha tramandato e che sono ancora oggi, nell'anno del Giubileo della Misericordia, attualissime.
Un invito a tutti i catechisti, il Consiglio Pastorale e il Consiglio dell'oratorio, il Gruppo Famiglie, i volontari dell'oratorio e della parrocchia ad un momento di formazione nella fede in vista del Natale.
Don Marco Cairoli, biblista, da anni accompagna la nostra parrocchia nei momenti forti dell'avvento e della quaresima con le sue catechesi: un'ora intensa, in cui la Parola si fa storia contemporanea, storia quotidiana, storia nella nostra vita.
Apertura della Porta Santa a Como - domenica 13 dicembre 2015
Apertura del Giubileo in Diocesi di Como Domenica 13 dicembre
Processione dalla Basilica del SS. Crocifisso alla Cattedrale
ore 14.30: apertura della Basilica del SS. Crocifisso.
ore 16.00: inizio della celebrazione (lettura della Bolla papale, canti, preghiere) con la presidenza di S. E. mons. Vescovo Diego Coletti.
Segue la processione che si snoderà per le seguenti vie: viale Varese, via dell’Annunciata, via Volta, via Lambertenghi, via Tatti, via Cinque Giornate, piazza Duomo. Durante il percorso, attraverso un sistema di amplificazione portatile, saranno recitate preghiere con canti di accompagnamento.
ore 16.45 circa: arrivo in piazza Duomo e ingresso in Cattedrale attraverso il portone centrale. Segue la celebrazione della S. Messa.
Tutte le parrocchie sono invitate.
Il presidente Mattarella scrive all'indomani della strage di Parigi
Per tutti gli uomini di buona volontà, al di là di razza, religione, politica.
«La pace religiosa, la tolleranza, la collaborazione tra le diverse fedi è un fattore determinante di equilibrio sociale e di sviluppo economico»
«E' un momento tragico per l'Europa e il mondo. Un fanatismo barbaro e disumano ha colpito Parigi, nel cuore del nostro continente e della nostra civiltà. Quella del terrorismo fondamentalista è una minaccia ai valori di libertà, democrazia, solidarietà e convivenza civile. La strategia, folle e lucida allo stesso tempo, dell'estremismo è chiara: cercare di insinuare nella nostra società sentimenti come la paura, la disgregazione, la tentazione di chiudersi, l'odio. E la strage dei ragazzi di Parigi ha posto in modo brutale l'opinione pubblica davanti alla questione, drammatica e cruciale, della violenza a sfondo integralista che mira a cancellare la nostra cultura, la nostra storia, i nostri valori.
Il problema, in realtà, è purtroppo molto più antico. E riguarda strettamente il rispetto, nella comunità internazionale, dei diritti universali dell'uomo, oscurati, oltraggiati negati in tante parti del globo. La persecuzione a carattere religioso, infatti, non è mai a se stante, ma è parte della violazione, feroce e sistematica, delle libertà fondamentali dell'uomo, di cui il diritto a professare, a predicare, persino a cambiare la propria fede religiosa, senza dover subire discriminazioni o addirittura violenze, è elemento fondamentale. La strage di Parigi, sarebbe irragionevole non ammetterlo, è il diretto risultato della predicazione dell'odio contro il diverso e delle persecuzioni che le minoranze religiose e, in particolare, i cristiani, soffrono nel mondo. Certo, non sono solo i cristiani, nelle loro diverse articolazioni, a patire oppressione e soprusi, ma tanti altri gruppi religiosi, culturali ed etnici. Vittime di pregiudizi, di ostilità, di discriminazioni, di vere e proprie violenze, da parte di gruppi terroristici, maggioranze aggressive o di stati e legislazioni totalitari. Ma il fondamentalismo e il radicalismo di matrice islamista, esplosi di recente e alimentati all'interno di vaste regioni dell'Africa e del Medioriente, hanno tragicamente accresciuto le dimensioni di questa vera e propria emergenza planetaria. E spicca, tra tutti, il dato numerico che riguarda le comunità cristiane, in termini assoluti le più perseguitate e con il maggior numero di vittime. Comunità fiorenti, antiche e radicate, abituate alla convivenza, al dialogo e alla pace, sono state completamente cancellate in diverse aree del mondo o ridotte a sparuti gruppi, minacciati e vessati. Cristiani in ogni latitudine decapitati, crocefissi, bmciati vivi, interpellano la coscienza di ogni uomo. Papa Francesco ha lanciato alto il suo grido di dolore, parlando di un martirio enormemente più grave ed esteso di quello dei primi anni del Cristianesimo. E una denuncia che non può lasciare indifferenti. La comunità internazionale, dopo anni di disattenzione e di silenzi, sta finalmente cominciando a prendere coscienza della gravità del fenomeno che è una minaccia non solo alla libertà religiosa dei singoli, ma - come ci insegnano i due attentati di Parigi - alla democrazia e alla convivenza per tutta la comunità internazionale. La pace religiosa, la tolleranza, la collaborazione tra le diverse fedi è, di converso, un fattore determinante di benessere, di equilibrio sociale e di sviluppo economico. Sono appena tornato da un viaggio in oriente, che mi ha portato anche in Indonesia. In quel paese, che sta conoscendo una grande crescita economica e d'influenza politica, vige fin dalla sua fondazione una Costituzione democratica che riconosce l'eguaglianza, il rispetto, la libertà per tutte le religioni. L'Indonesia, con 205 milioni di fedeli musulmani, è il più grande stato del mondo a maggioranza islamica, hi quel paese, il cui modello dovrebbe essere conosciuto e promosso, gli esponenti delle diverse religioni non solo collaborano tra loro, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico dello stato, ma hanno rapporti di vera e fraterna amicizia. I leader delle comunità musulmane che ho incontrato hanno sempre tenuto a sottolineare la natura liberale e moderata dell'islam indonesiano e la ferma condanna dell'estremismo e della violenza religiosa. Nel considerare ogni uomo come figlio di Dio, si riconosce in lui la comune radice e, per questo, diventa portatore di uguali diritti e di pari dignità.
Sono, questi, princìpi universali, gli unici che possono condurre la comunità internazionale verso un futuro di pace, sviluppo e benessere. Per questo va respinta con decisione la sfida del terrorismo fondamentalista che spesso maschera con pretesti religiosi la sua voglia di dominio e di sopraffazione.
Scendere sul loro terreno, che è quello dello scontro di civiltà o di religione, sarebbe un grave errore, dalle conseguenze difficilmente valutabili. Quella contro il terrorismo fondamentalista - che rappresenta oggi e probabilmente negli anni a venire la più grave minaccia alla pace del mondo - sarà una lotta impegnativa e complessa che va condotta in ogni luogo e senza quartiere non solo con le necessarie azioni di forza e con il rafforzamento della sicurezza, a cui ogni cittadino ha diritto, ma anche con le armi della cultura, del dialogo, del diritto. E con un dispiego d'intelligenza e di lungimiranza che devono essere almeno pari alla indispensabile intransigenza. Molti errori di valutazione sono stati compiuti nel nostro recente passato. Ora non si può più sbagliare.
Roma, 21 novembre 2015»
verbale consiglio pastorale 21 ottobre 2015
Festa di santa Elisabetta
Sabato 14, domenica 15 e lunedì 16 novembre la Fraternità si prepara alla festa di Sant’Elisabetta, patrona dell’Ordine: le Sante Messe delle ore 18.00 avranno un’omelia, tenuta da P.Teo, dedicata alla Santa come Triduo.
Al termine delle celebrazioni prefestiva e festive di domenica 15 verranno distribuiti i panini benedetti in ricordo del miracolo delle rose operato da Santa Elisabetta.
Sabato 14, tempo permettendo, tutto il pomeriggio saremo presenti con un tendone in centro storico, sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Fedele, allo scopo di far conoscere la realtà della Fraternità Francescana Secolare e di raccogliere fondi di sostegno per alcune situazioni di povertà seguite dalla Caritas parrocchiale di San Giuseppe. Si tratta della conclusione di un’iniziativa, nata da Como ma divenuta zonale, cominciata lo scorso 4 ottobre, festa di San Francesco, in cui alcuni fratelli e sorelle sono andati a portare una testimonianza dell’esistenza dell’Ofs in cinque parrocchie della città e in tre località della provincia, accogliendo l’appello del Consiglio nazionale che ha dato a tutti i francescani secolari il mandato dell’Anno della Missione, in cui siamo caldamente invitati a uscire e dar testimonianza.
Domenica 15 ci ritroveremo verso mezzogiorno in oratorio per un pranzo fraterno, assieme ai frati. Seguirà un incontro, aperto a tutti, sul tema della nostra vocazione, cristiana e francescana. Termineremo con la S.Messa delle 18.00, in cui rinnoveremo la nostra professione.
(immagine dalla cappella delle rose della Porziuncola a santa Maria degli Angeli - Assisi)