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il parroco scrive - questo è il giorno che ha fatto il Signore

Questo è il giorno che ha fatto il Signore

Questo grido che è preghiera viene, in questi giorni, costantemente ripetuto e cantato dalla liturgia della chiesa: ogni giorno è fatto dal Signore, è il segno del suo amore e della sua presenza, ma la Pasqua è “ il giorno per eccellenza” creato dalla misericordia e dalla sapienza del Signore. A questa preghiera, però, sorge nel cuore dell’uomo, anche nel mio, un senso di grande tristezza, di confusione, di aperto smarrimento. L’uomo del nostro tempo, della nostra città e anche della nostra parrocchia si chiede smarrito e a volte deluso, se è possibile, in ciò che sta succedendo a livello, nazionale e internazionale, gridare con gioia:”questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci”.

 Tutti noi partecipiamo al disorientamento che sta vivendo il mondo e in particolare l’Europa; non si tratta tanto di sconfitte o di vittorie, si tratta di smarrimento, di confusione, di caos. La gente che compone le nostre numerose famiglie si chiede cosa sarà il nostro domani, come sarà l’avvenire dei nostri ragazzi e giovani. Nessuno sa dare una vera risposta. Anche la Pasqua che ci vede in queste condizioni, sembra una festa fuori posto, fuori dal nostro tempo. Infatti come si fa a gioire quando attorno esiste una situazione così allarmante, angosciata, tremendamente disorientata? Eppure la Chiesa ci invita a rallegrarci celebrando il giorno del Signore. Se non ci fosse questa fede, se nel cuore dell’uomo non esistesse questa speranza, veramente ci sarebbe motivo solo di disperazione.

Umanamente parlando non c’è soluzione ai tanti mali presenti, ai numerosi problemi del momento, agli attentati così violenti e inauditi: la mente rimane sconcertata e riconosce i suoi limiti, o meglio la sua incapacità ed impotenza. Per grazia lo sguardo si alza in alto ed è solo qui che può nascere la vera fiducia ed anche la soluzione di tanta confusione. Per questo, in questa Pasqua, la nostra preghiera si esprime alta ed universale. Vogliamo pregare anzitutto per questo mondo, la società di oggi così lontana da Dio e dai valori umani. Bisogna tornare a riflettere, a pensare, tornare ai grandi valori della vita, della famiglia, della carità, della condivisione. Bisogna entrare dentro il cuore e far un po’ di ordine nell’intimo della persona. Il male è dentro, è il nostro egoismo, è il desiderio sfrenato del benessere, è l’ossessione del piacere, del proprio tornaconto. Solo nella luce della Pasqua di Cristo possiamo sperare ancora nella ripresa anche sociale, nella serenità di tanti cuori fortemente feriti. Solo con questa fede vigorosa e adulta sarà possibile pregare in questi giorni con la chiesa:”Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo”.

Santa Pasqua a voi tutti.

 

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